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Nuova gestione terapeutica dei tmd tramite il bite rieducativo immediato:
“Anello Linguale Ri.P.A.Ra.”
L’impostazione diagnostica e terapeutica con gli RDC/1992 (1) e i DC/2014 (2) dei Disordini Temporo Mandibolari “TMD” (Temporo Mandibular Disorders) mediante l’asse 1 e l’asse 2 e l’inquadramento eziologico sono molto cambiati negli ultimi anni.
Soprattutto si è modificato il ruolo causale dell’occlusione(3, 4), a cui prima veniva attribuita una azione eziologica significativa (5, 6, 7, 8);
ora invece i fattori neuromuscolari legati ai problemi psicosociali (9) e allo stress (10) già citati in passato (11, 12, 13), abbinati anche a determinate morfologie facciali (14), hanno recuperato un ampio consenso.
Pertanto anche la terapia con i bite si deve adeguare alla letteratura internazionale che prevede nuovi approcci terapeutici: “Cognitive Awarness, Counselling, Self-Care, Patient Education, Lifestyle Modification, Behavioral Therapy” (15-23, 32), e si deve adeguare al modello “Bio-Psico-Sociale” mediante “terapie conservative basate sull’evidenza e a bassa invasività” (2, 24, 32).
Quindi i concetti tradizionali della terapia con i bite vanno rivisti. Il bite non deve più essere indossato solo la notte e qualche ora durante il giorno in modo passivo, con i controlli clinici limitati alla valutazione dei contatti occlusali, bensì, essendo un dispositivo terapeutico importante, riconosciuto e validato dalla comunità scientifica (25, 27, 32, 33), deve diventare un presidio anche rieducativo, in considerazione proprio del ruolo attribuito ai fattori neuromuscolari e psicosociali concomitanti o meno a quelli occlusali.
Questo si ottiene attraverso un coinvolgimento collaborativo attivo da parte del paziente con strategie comportamentali e con esercizi fisici eseguiti dallo stesso mediante il bite.
La revisione della letteratura internazionale, infatti, è ormai concorde nel riconoscere come misure terapeutiche valide e a volte paritetiche:
•A. la terapia con i bite;
•B. la terapia mediante il counselling e le autocure;
•C. la terapia con esercizi di fisioterapia eseguiti dal paziente a livello domiciliare ed effettuati con il terapeuta (15- 23) (fig. 1).
Nel presente lavoro esponiamo un nuovo protocollo terapeutico con una gestione diversa del bite che prevede una collaborazione maggiore da parte del paziente.
Il bite diventa un mezzo rieducativo vero e proprio mediante il quale il paziente mette in atto anche i presidi B e C suddetti e il clinico non si limita solo a controllare i contatti occlusali, ma gestisce il bite come mezzo di deprogrammazione neuromuscolare e di rieducazione funzionale e cognitivo-comportamentale (fig. 1).
Tale protocollo per essere applicato ha richiesto l’utilizzo di un nuovo dispositivo immediato:
il bite anello linguale Ri.P.A.Ra. (figg. 2, 3, 4, 5) che è in uso ormai da alcuni anni presso diverse strutture private e pubbliche, tra cui:
»il Servizio di Gnatologia Clinica del Policlinico Umberto I dell’Università la Sapienza di Roma (25, 26, 27)
»Il reparto di Ortognatodonzia del Dipartimento delle discipline Chirurgiche, Oncologiche e Stomatologiche del Policlinico “Paolo Giaccone” di Palermo
»presso varie ASL.


• MATERIALE E METODI

• RISULTATI

• DISCUSSIONI E CONCLUSIONI

• Bibliografia

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