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RISULTATI

L’analisi dei risultati ha permesso di effettuare le seguenti considerazioni:

Il tempo di applicazione del nuovo protocollo con il contemporaneo utilizzo del bite Anello Linguale Ri.P.A.Ra. è stato di circa 3 mesi per tutti i soggetti. Il tempo minimo per avere un miglioramento significativo della sintomatologia è stato di circa 1 mese in 52 pazienti. Il tempo massimo è stato di 3 mesi in 20 pazienti. Il tempo medio è stato di 2 mesi in 88 pazienti.
Il tempo minimo delle ore in cui è stato portato il bite Anello Linguale Ri.P.A.Ra. è risultato di 4 ore in 16 pazienti. Il massimo delle ore di applicazione è stato di 13 ore in 95 pazienti tra notte e giorno comprensivo dei tempi per gli esercizi di fisioterapia effettuati a domicilio. La media di applicazione giornaliera riscontrata è stata di 8,5 ore.
Le algie articolari, presenti inizialmente in 109 pazienti pari al 68% del campione, scomparivano in 73 pazienti (67% dei 109 e 46% dei 160 totali) e miglioravano in 36 pazienti (33% dei 109 con dolore ATM e 22,5% dei 160 totali) per cui le algie ATM si rimettevano nei 2/3 e si riducevano d’intensità in circa 1/3, mentre nessuno riferiva un peggioramento.
Le mialgie, presenti inizialmente in 115 pazienti pari al 72% del campione, nel post erano scomparse in 83 pazienti (72% dei 115 iniziali e 52% del campione totale) e miglioravano d’intensità in 32 pazienti (28% dei pazienti con mialgie e 20% dei 160 totali) confermando, anche qui, che più dei 2/3 risolvevano le algie muscolari e meno di 1/3 aveva algie attenuate mentre nessuno peggiorava.
Le cefalee, presenti in 123 pazienti pari al 77% del campione, nel post erano scomparse in 59 pazienti (48% dei 123 e 37% del campione totale) e, tra i 64 che presentavano ancora le cefalee, in 29 (24%) erano lievi e migliorate rispetto all’inizio, mentre rimanevano stazionarie in 27 con intensità media e in 8 con intensità forte (22% e 6% = 28%) confermando che se la sintomatologia è correlata alla disfunzione tende a migliorare.
Le algie cervicali, presenti inizialmente in 82 pazienti pari al 51% del campione, nel post erano scomparse in 28 pazienti (34% degli 82) e tutti questi all’inizio riferivano tensioni o verticalizzazioni. Tra i 54 pazienti stazionari, 26 (32% degli 82) riferivano un lieve miglioramento e questi avevano prevalentemente patologie proprie del distretto, tipo: schiacciamenti vertebrali, artrosi o postumi di colpi di frusta. Gli altri 28 (34% degli 82) avevano invece una diagnosi iniziale di accentuazione della lordosi. Questo dato che ci induce a ritenere che il nostro protocollo con l’utilizzo dell’Anello Linguale Ri.P.A.Ra. può dare un vantaggio maggiore ai soggetti che presentano problematiche con rettilineizzazione del tratto cervicale piuttosto che ai soggetti con accentuazione della lordosi. Quindi riteniamo fondamentale una valutazione approfondita di questo parametro con indagini interdisciplinari strumentali e cliniche.
Tra i 130 pazienti con parafunzioni, pari all’81% del totale, ben 101 (78% dei 130) riferivano di percepire una diversa sensazione nel serrare i denti e di svegliarsi al mattino con minore tensione muscolare, cosa che invece rimaneva stazionaria e pressoché invariata in 29 casi pari al 22%. I rumori ATM, presenti nella totalità del campione (160 pazienti, 100%) risultavano scomparsi in 103 pazienti (64%), migliorati in 51 soggetti (32%) e stazionari nei restanti 6 pazienti (4%). Nessun paziente riferiva un peggioramento del sintomo. Questi dati ci inducono a ritenere che il nostro protocollo per alcuni sintomi, come le algie ATM, le mialgie e le iperattività muscolari, nel breve e medio termine ha un ottimo riscontro, mentre per le problematiche più meccaniche, a prescindere se correlabili a iperattività muscolari e/o ad alterazioni occlusali, pur avendo avuto un ottimo riscontro, pensiamo sia necessaria una tempistica terapeutica superiore ai 3 mesi, rispetto al timing da noi utilizzato in questo primo studio, per consolidarne ulteriormente il riequilibrio anatomofunzionale. Per chiudere la valutazione dei risultati riportiamo l’analisi finale, sulla base sia dei sintomi sia delle risposte fornite dai pazienti rispetto a come si sentivano prima di iniziare la terapia (tabb. 1 e 2).

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