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Premessa

Negli ultimi 10, 15 anni i dolori e disturbi Temporo Mandibolari, abbinati spesso agli squilibri posturali, sono aumentati come incidenza presso la popolazione e hanno acquisito un maggiore interesse nel mondo professionale odontoiatrico. Nello stesso periodo hanno assunto una rilevanza primaria, come fattori scatenati di queste patie, gli aspetti “Comportamentali e Bio-Psico-Socioali” dei pazienti legati alle tensioni NeuroMuscolari [1], allo stress [2,3,4], al serramento-bruxismo e anche alla morfologia e anatomia facciale[5], mentre è stato ridimensionato il ruolo eziologico dell’occlusione [6,7]. Molte cose sono quindi cambiate: è cambiato il criterio d’inquadramento diagnostico con gli RDC e i DC e la divisione in ASSE 1 e ASSE 2 [8,9]. E’ cambiato il concetto di malocclusione e di normocclusione, viste le infinite tipologie occlusali alle quali può corrispondere indifferentemente salute o patologia e che non devono essere necessariamente modificate solo in base alle vecchie teorie gnatologiche statiche. E’ cambiata l’eziologia del BRUXISMO rispetto ai cosidetti “precontatti” o fattori occlusali potenzialmente patologici, a dimostrazione che la “malocclusione”, come rapporto causa-effetto alla genesi del BRUXISMO[5] o dei disturbi cranio-mandibolari è ormai un falso postulato. Di conseguenza è cambiato anche l’approccio terapeutico generale con una maggiore attenzione al riequilibrio funzionale generale. La letteratura internazionale ha pertanto suggerito nuove proposte terapeutiche [10,11,12,13] che non sono ancora pienamente conosciute quali: il Counselling, le terapie di Self-Management, il Self-Care, il Patient Education, il Lifestyle Modification, e la Behavioral Therapy ovvero la terapia Cognitivo Comportamentale. Troppe cose sono quindi cambiate, ma soprattutto si è presa consapevolezza che la Gnatologia così come l’abbiamo studiata o ce l’hanno insegnata, è troppo rigida e va integrata e aggiornata con altre conoscenze. La Gnatologia moderna deve, infatti, ampliare il range di offerte terapeutiche con il recepimento di queste nuove metodologie. Questo significa che lo Gnatologo, ma anche le altre branche dell’odontoiatria, oggi non possono più occuparsi solo della riabilitazione occlusale, ma devono anche valutare la sfera emotiva del paziente e cercare di correggerne i comportamenti e gli stili di vita. A tale fine in questo manuale proponiamo il nuovo concetto di “Gnatologia MioComportamentale” ad indicare che il paziente va seguito e rieducato anche sotto questi nuovi profili. Oggi, a distanza di circa 12 anni dalla pubblicazione del mio libro: ATM Testo Atlante[14], ho dovuto rivedere molti concetti e ho modificato, talvolta in modo radicale, vecchie convinzioni. Tutto questo è scaturito dalla grande esperienza clinica svolta presso l’Università di Roma la Sapienza, nel reparto di Gnatologia Clinica diretto dal Prof. Carlo di Paolo, ove ho avuto modo di visitare e trattare migliaia di pazienti, ad oggi oltre 25.000 (Venticinquemila), che sono il vero limite tra chi si occupa di questi disturbi in modo esclusivo e chi invece visita solo occasionalmente o in strutture private, e poi si dice esperto senza un’importante riscontro clinico. In questo manuale verrà ribadito il ruolo centrale del “BITE”, che ritengo il presidio di riferimento terapeutico imprescindibile, anche a livello interdisciplinare di questi disturbi. “BITE” però con importanti modifiche nella struttura e nella gestione e con una diversa visione dai vecchi concetti applicativi statici passivi. Un “BITE” che consenta un nuovo approccio Rieducativo Attivo Cognitivo e Comportamentale, come ad esempio, il dispositivo “Anello Linguale” [15]. Quindi una impostazione che posso definire innovativa, che per taluni sarà forse anche vista come “rivoluzionaria” ma che scaturisce da anni e anni di studi e osservazioni sui pazienti.
SE E' CAMBIATO TUTTO QUESTO DEVE CAMBIARE ANCHE LA GESTIONE DEL “BITE” SECONDO LOGICHE INNOVATIVE EVOLUTE.

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